Bullismo
Il bullismo, cos’è?
Viene descritto come un comportamento di aggressione e prevaricazione, singola o di gruppo, che viene esercitata da parte di bambini/ragazzi definiti “bulli”, in maniera continuativa nei confronti di bambini/ragazzi più deboli definiti “vittime”.
Secondo indagini ISTAT sui comportamenti offensivi e violenti tra ragazzi di 11/17 anni, più del 50% è stata vittima di episodi offensivi, violenti e irrispettosi da parte dei coetanei.
I protagonisti: “bulli” e “vittime”
Il bullismo coinvolge molteplici figure.
Il bullo attivo, colui che agisce, è aggressivo nei confronti dei compagni, a volte anche nei confronti di insegnanti e figure adulte, manifesta comportamenti di prevaricazione e violenza in generale.
Da un punto di vista psicologico presenta scarsa empatia, una distorta immagine di sé e nutre il desiderio di dominare.
Il bullo percepisce e vede le conseguenze del suo comportamento, ha dunque una consapevolezza cognitiva ma non emotiva e tende alla deresponsabilizzazione e minimizzazione delle sue azioni.
Il bullo passivo invece attua le prepotenze, ma non prende mai iniziativa per primo, preferisce incitare i bulli attivi insieme al gruppo dei pari, diventando dunque spettatore.
La vittima passiva subisce le prepotenze senza poter reagire e senza farsi rispettare, si sente sola e abbandonata, non ha molti amici e solitamente è fisicamente debole. Manifesta uno stato di profonda insicurezza, con scarsi livelli di autostima.
La vittima collusiva invece accetta di ricoprire quel ruolo per acquisire popolarità e poter essere accettata dal gruppo. A volte tende a mascherare le sue vere competenze scolastiche ed intellettive per evitare di essere esclusa.
Come si manifesta?
Il bullismo si manifesta attraverso premeditate e continue sopraffazioni e prepotenze di tipo fisico, verbale, psicologico. Per definirsi tale è necessario che l’azione perduri nel tempo (settimane, mesi) e presenti uno squilibrio di forze tra i protagonisti (età, fisicità ecc..).
Può essere di due tipi:
Diretto: caratterizzato da un insieme di comportamenti espliciti nei confronti della vittima di tipo fisico (picchiare, tirare calci, sputare, ecc…) e/o verbale/psicologico (insulti, offese, minacce, ecc…);
Indiretto: assume forme quali l’esclusione sociale, la diffamazione, l’essere messi da parte intenzionalmente da un gruppo. Anch’esso può essere di tipo fisico (far aggredire qualcuno da qualcun altro) e/o verbale/psicologico (diffusione di pettegolezzi, ecc…).
Il fenomeno del bullismo è diffuso nelle scuole di diverso grado di istruzione e solitamente ha luogo in gruppo.
Le conseguenze del bullismo sulla vittima
Il rischio principale è legato all’abbandono scolastico e alla possibile insorgenza di disturbi d’ansia.
La vittima tende a chiudersi in sé stessa vivendo una costante sofferenza. Teme di subire ulteriori violenze qualora raccontasse a qualcuno quanto subito e per tale ragione prova un profondo senso di vergogna.
Alcune vittime di bullismo potrebbero in futuro reagire diventando esse stesse bulli.
Le azioni attuate dai bulli possono sfociare nel compimento di numerosi illeciti di rilevanza penale. Chi è vittima del bullismo, quindi, deve sempre trovare il coraggio di recarsi presso le autorità per denunciare il fenomeno.
Le conseguenze del bullismo sul bullo
L’incapacità di gestire la rabbia e l’aggressività rappresentano gli aspetti principali caratterizzanti il profilo psicologico del bullo. Solitamente non conosce altre modalità di comunicazione e nel tempo potrebbe manifestare lo sviluppo di un disturbo antisociale.